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la Pacchiana Minturnese

Vivace e antico costume tradizionale è quello della pacchiana che indossa un vestito ricco di colori appariscenti. Il costume copre le popolane di Minturno da capo a piedi, donne dalla bellezza tipicamente mediterranea, robusta e fiorente ma allo stesso tempo dai lineamenti fini.

La Pacchiana minturnese impressiona subito per la tovaglia inamidata che porta sulla testa, di bianca mussola orlata a merletto o pizzo e ricadente dietro la nuca.

Caratteristica è la sua camicia finemente pieghettata e rigonfia.

Una terza nota peculiare è data dal remmùtò composto da tre pezzi ricamati in oro:  manicotti che coprono gli avambracci, dal corpètto, una
specie di busto duro che viene allacciato al petto e ricoperto parzialmente sul davanti da uno scialle (scòlla) di tulle o di mussola e

di percalle per i giorni feriali.

Le due estremità della
scòlla vengono fissate dalle féttucce
dell’elegante grembiule (zinàle) a nido d'ape,

il quale lega alla vita una lunga
gonna (sànaca) di lana o di fustagno.

Una quarta caratteristica è la
pannuccia (pagnùccia) rossa-amaranto
(nera in caso di lutto), denominata
Panno Minturno, che, ripiegata all’insù, avvolge le anche. Distinta è anche la calzatura: scarpa di pelle o di stoffa con o senza fibbia d’argento.

 

Premi ricevuti

L'8 gennaio 1930, alle nozze di Umberto II con Maria José di Belgio, fu premiato - fra cinquecento vestiti folkloristici - come il più bel costume d’Italia e nel 1981, a Bogotà, in Colombia, fu gratificato dal primo premio mondiale al Festival Interna-zionale del Folklore, alla presenza dello scomparso cronista sportivo,

Paolo Valente.

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